INTERVENTO DI SIMONE BALDELLI NELLA COMMISSIONE LAVORO DELLA CAMERA – AUDIZIONE DEL MINISTRO PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

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camera dei deputati 1
CAMERA DEI DEPUTATI – XVI LEGISLATURA
Resoconto delle Commissioni riunite
I (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni) e XI (Lavoro)
AUDIZIONI
Martedì 20 dicembre 2011. – Presidenza del presidente della I Commissione Donato BRUNO. – Interviene il ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione Filippo Patroni Griffi.

SIMONE BALDELLI. Manifesto una preoccupazione in relazione al combinato disposto di alcuni elementi che intervengono nelle pubbliche amministrazioni; mi riferisco, in particolare, da un lato, al blocco delle uscite, dall’altro, al taglio degli organici, fattori che determinano un aumento delle eccedenze, tematica segnalata in maniera piuttosto allarmante anche dagli organi di stampa.
Oltretutto, queste eccedenze rischiano di collocarsi all’80 per cento della retribuzione per due anni, con una certa difficoltà ad essere riassorbite: i vincoli di stabilità, le difficoltà di bilancio di regioni ed enti locali e i relativi processi di razionalizzazione, che sembrano tendenzialmente orientati ad andare avanti, metteranno queste persone in una posizione di difficoltà. I dati forniti dal Ministero dell’economia e della finanze, dalla Ragioneria e da Unioncamere parlano di 300.000 eccedenze nelle pubbliche amministrazioni e di altre 200.000 circa nelle società partecipate.
Abbiamo, quindi, un quadro rispetto al quale invito il Governo, il Ministro e gli uffici competenti a una riflessione. È necessario cercare di capire quale possa essere una via d’uscita, anche eventualmente ricorrendo a meccanismi di riapertura della flessibilità in uscita verso il pensionamento.
Peraltro, ho ascoltato dalla viva voce del Ministro stamani delle considerazioni giuste in ordine alla necessità di acquisire eccellenze, energie fresche. Anche in forza di questo, probabilmente, ritengo vada fatta una riflessione su questa situazione di fatto, su questo elemento di contraddittorietà.
Un’ulteriore riflessione va condotta sull’argomento dei vincitori di concorsi. Lo seguo non da questo, ma da diversi anni, già dalla precedente legislatura. Credo che sarà uno dei temi su cui le diverse forze politiche (maggioranza ed opposizione) saranno chiamate a confrontarsi e a trovare una sintesi. Il tentativo dovrà essere – in questo senso il ruolo del Governo sarà importante – di venire incontro anche ad alcune delle considerazioni svolte dai colleghi della Lega. Ritengo, però, che quella dei vincitori di concorso sia per alcuni aspetti una questione di principio importante.
Abbiamo, infatti, 70.000 vincitori di concorso giovani, preparati, a cui lo Stato, le pubbliche amministrazioni, hanno fatto pervenire un invito a partecipare a un concorso che hanno vinto: a tali soggetti, nonostante abbiano un titolo, le pubbliche amministrazioni non riconoscono una collocazione in pianta organica. Questa è una forma di precariato che, in uno Stato che voglia dare a se stesso una parvenza di serietà, è obiettivamente inaccettabile. Da un lato, quindi, ci sono le situazioni di fatto, dall’altro, esiste l’esigenza di cercare una risoluzione definitiva del problema.
Poiché la Commissione lavoro ha presentato un testo che è già in una fase avanzata, credo che la vicinanza del Governo agli organismi parlamentari competenti, alle Commissioni, anche con l’ausilio tecnico di altri organismi che possono dare un contributo da questo punto di vista, sia necessaria per riuscire a risolvere la vertenza storica che ci portiamo dietro e che credo si debba cercare di risolvere il prima possibile.
Questo dovrebbe essere il metodo in generale vista l’eccezionalità della situazione politica che stiamo vivendo. L’auspicio che, ovviamente, ricoprendo un ruolo obiettivamente di parte, formulo è anche quello di una continuità con l’amministrazione precedente per quanto concerne il perseguimento degli obiettivi di maggiore efficienza e di meritocrazia, sulla scia di quanto è stato introdotto in modo rivoluzionario all’interno delle pubbliche amministrazioni negli ultimi anni.
Credo che il Governo debba avere la sensibilità di affrontare le questioni ricercando per quanto possibile una condivisione e individuando un percorso nel quale le Commissioni parlamentari abbiano un ruolo centrale, affinché si possa intervenire nel solco di una continuità di interessi e di obiettivi condivisi per il bene delle pubbliche amministrazioni.
Diversi sono i capitoli aperti, abbiamo di fronte una quantità di questioni molto importanti: alcune sono state riaperte nel corso dell’ultima manovra di recente approvata dalla Camera dei deputati, altre erano in agenda da tempo, altre ancora dovranno essere inserite e affrontate sulla base delle esigenze che emergeranno. Credo che la ricerca di un consenso trasversale di tutti, anche delle forze di opposizione, relativamente all’organizzazione dei lavori delle Commissioni parlamentari, possa essere un metodo che fornirà al Governo uno strumento di aiuto e un arricchimento per i provvedimenti stessi.

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